L 11 marzo 1978 venne rapito Aldo Moro, ex presidente della Democrazia Cristiana e in quel momento Presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati. L’obiettivo dei sequestratori erano le Brigate Rosse, di matrice marxista-leninista, che rappresentavano in Italia il punto più estremo delle istanze del movimento operaio ed erano reduci da un’intensa campagna di attentati. Le trattative tra le BR e lo Stato prevedevano la liberazione di alcuni detenuti comuni in cambio della liberazione di Moro. La trattativa tra le Brigate Rosse e lo Stato si concluse il 9 maggio 1978, quando la polizia sventò il rapimento di Moro. Secondo molti, la liberazione di Moro sarebbe stata un successo diplomatico delle Brigate Rosse, poiché erano in grado di affrontare lo Stato italiano con negoziata e avere le loro esigenze accolte. Tuttavia, le Brigate Rosse non vennero mai sconfitte. Le inchieste condotte dopo lassassinio di Moro hanno rivelato una rete di complicità, in cui molte persone avevano collaborato con le Brigate Rosse senza essere mai sospettate. Anche i mezzi finanziari per loperazione venivano da fonti sconosciute. È stato dimostrato che i finanziamenti arrivavano dallestero, principalmente dallUnione Sovietica. Anche se le indagini hanno fornito prove sullomicidio, le responsabilità definitive rimangono ancora incerte. In sintesi, il sequestro Moro rappresenta una ferita ancora aperta nella storia recente dellItalia. Malgrado le indagini condotte, molte risposte importanti rimangono sconosciute e le responsabilità non sono state ancora identificate. Inoltre, il sequestro ha dimostrato la forza e le capacità operative delle Brigate Rosse, poiché riuscirono ad organizzare loperazione in modo così concorrente. Malgrado ciò, lo Stato italiano riuscì a fermare le BR e a portare Moro in salvo, nonostante il rischio di una potenziale guerra civile. Lepisodio ricorda a tutti come le lotte di potere tra il governo e le forze ribelli possano avere un costo tremendo in termini umani.