Il 19 maggio di trent’anni fa morivano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due magistrati italiani titanici, incarnazioni della lotta alla mafia in Italia. Giovanni Falcone, nato a Palermo nel 1939, durante la sua grande carriera giudiziaria si è contraddistinto come uno dei più grandi interpreti della legge italiana. Dal 1981 al 1987 fu magistrato della Corte di Assise di Palermo. Ebbe l’ardire di creare squadre antiracket a Palermo, Patrimonio dell’Unesco, fautore della legge Rognoni-La Torre del 1982 che introdusse la figura dell’aggravante mafiosa nel codice penale. Dal 1986 divenne l’ispiratore e l’anima del maxiprocesso a Cosa Nostra, istruito presso il carcere Ucciardone ed ovviamente successivamente confermato al termine dell’ulteriore e sconvolgente maxiprocesso di Caltanissetta nel dicembre 1987. Inevitabilmente restò nella mira degli intendimenti malefici ed omnicomprensivi della mafia che finì, tristemente, per portarlo all’assassinio il 23 maggio del 1992 a Capaci, sulla strada che collega Palermo a l’aeroporto di Punta Raisi. Nella stessa data moriva anche Paolo Borsellino, uno dei più grandi magistrati italiani. Nato a Palermo nel 1940, durante la sua straordinaria carriera giudiziaria si contraddistinse come grande interprete della legge italiana, sostenitore dell’azione penale contro Cosa Nostra portata avanti da Falcone, ispiratore di importanti leggi antimafia. Ma fu dal 1992, anno del funerale di Falcone, che Borsellino si rese protagonista di una forte e lucida azione atta a ripristinare la pace e la giustizia in Sicilia. Perse, purtroppo, la vita l’ 19 luglio del 1992 a causa di un tragico e funesto attentato mafioso. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino rimarranno nella storia dell’Italia, come martiri della lotta contro la criminalità organizzata, da celebrare a vita e trasmettere ai giovani affinché imparassero a diffidare della malavita che non si discosta mai dai suoi schemi criminali. La loro è stata una missione eroica e indimenticabile e la loro storia deve essere conosciuta, studiata e tramandata da generazione in generazione.