Schopenhauer, il pessimismo filosofico e il Mondo come volontà e rappresentazione Non è possibile diventare filosofi senza conoscenze, ma le conoscenze, da sole, non bastano a fare un filosofo. I. Kant 1. Introduzione Con Arthur Schopenhauer (1788-1860) ci imbattiamo in un personaggio scontroso, poco socievole, del tutto al di fuori dello schema del professore universitario di filosofia che in area tedesca aveva prevalso dal primo Settecento in poi. Un personaggio le cui opere apparse tra il 1813 e il 1844 cadono praticamente nel silenzio totale, e che perverrà al successo, rapido ed esteso non solo all’area tedesca, con una grossa raccolta di saggi apparsa nel 1851 , Parerga e Paralipomena , diretta in particolare a criticare in maniera irriverente e violenta la cultura universitaria del suo tempo. Solo allora riprenderà a circolare la sua opera filosofica maggiore , Il mondo come volontà e rappresentazione , pubblicata nel 1819 , che non ebbe alcuna risonanza e che anzi ricevette non poche stroncature dagli ambienti culturali dell’epoca. Quando tenterà di insegnare come libero docente all’Università di Berlino, nel 1820, e anche qualche anno dopo, in concorrenza