Diversi tipi di anestesia

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GRG-Journal Club 23 febbraio 2007 Revisione delle tecniche anestesiologiche nell’ anziano (e criteri di ammissione in Terapia Intensiva) Antonella Ricci Fin dai tempi antichi l’ uomo è andat o alla ricerca di sostanze o rimedi, che rendessero più sopportabi le il dolore. Il concetto di anestesia, tuttora utilizzato in ambi to scientifico, affonda le proprie radici nella cultura greca: ANAISTHESIA . che sta ad indicare “mancanza della facoltà di sentire”. All’ inizio del secolo i presidi ut ilizzati, avevano solo l’ effetto di stordire la coscienza e/o la capacità di percepire il dolore non riuscendo ad eliminarlo.Questo spiega il ricorrere a rimedi estremi come la botta in testa, l’assunzione di alcol e utilizzo di oppio. Nel 1799 venne utilizzato per la prima volta il protossido d’ azoto (detto gas esilarante perché causava euforia), più pratico ed efficace, ma poco potente. Nel 1864 venne introdotto nella pratica clinica il primo vero anestetico, l’etere, che consentiva, di ottenere anestesia completa, con insensibilità al dolore (analgesia) e perdita di coscienza (ipnosi), necessaria per eliminare lo stress dell’atto operatorio (Tossicità…..)

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